Progetto Agile@School – Introduzione

Sabato scorso ho presentato il progetto Agile@School alla scuola superiore in cui ho studiato per la maturità: l’ITSOS di Fornovo di Taro.

L’istituto, da sempre all’avanguardia per tutto quello che riguarda il mondo dell’informatica, ha anche una materia, tecnologia, per la quale il progetto proposto diventa ancora più importante.
Infatti, i professori che seguono la suddetta materia, affrontano durante l’anno la teoria sulle metodologie di sviluppo e di gestione dei progetti.
Idea
Dopo un paio di anni di riflessioni su come poter aiutare la scuola ad avvicinarsi al mondo del lavoro, nasce Agile@School (mi sono preso una licenza, non credo esista già questo nome), frutto dell’esperienza in campo Agile che mi sono fatto nel tempo, anche con gli utlimi anni da “gestore” di un team. Il progetto ha l’intento di applicare i “giochi” a cui l’Agile si appresta per far conoscere agli studenti la vera essenza del teamwork, unitamente al valore aggiunto che la produzione di software di qualità darà loro ed alla scuola, non solo in termini di progetto aggiuntivo, ma anche di preparazione di argomentazioni da presentare all’esame.

La scuola si presenta molto bene:
L’aula che si vede nelle foto è una sala multimediale, colorata in stile Google, con round table e sedie mobili. Il tutto si può definire già pronto ad accogliere alcune delle cerimonie distintive della metodologia.
Le basi ci sono, anche se dovremo lavorare sodo per applicare i cambiamenti ai pattern e per adattare i tempi alle regole che si dovranno seguire.
L’idea quindi è quella di prendere una decina di ragazzi, tra classi quarte e quinte, per sviluppare un semplice progetto, almeno in prima battuta, al fine di fare rodaggio degli iter e per fare formazione non solo degli alunni, ma anche dei docenti stessi.
Idea generale
La big picture è:

– Scelta di un progetto semplice, tipo “Gestione dell’inventario dei dispositivi informatici scolastici“, oppure “Gestione delle anagrafiche degli studenti e dei *palmares* degli alunni del passato“. 
– Scelta di due team da 6/7 persone l’uno (es. 2 di quarda e 2 di quinta)
– Scelta delle specializzazioni e dei team di test (probabilmente i ragazzi di quarta)
– Scelta dei ruoli (A parte il sottoscritto, farò il coach, avremo un Product Owner, nella persona di un professore, ed uno scrum master, come facilitatore, probabilmente un ragazzo che mi aiuterà nel progetto)
– Comprensione degli skill professionali e delle attitudini dei membri del team
– Creazione delle milestone di progetto
– Creazione e popolamento del backlog
– Iterazioni e cerimonie
– Rilasci continui
Una volta che questa idea è consolidata e ben provata nel tempo, il passo successivo prevede l’integrazione di uno sviluppo non solo software, ma sistemistico, ed anche, ambiziosamente, IoT.
Pensiamo infatti ad uno scenario Internet of Things, nel quale uno smart device è implementato come progetto scolastico; nulla vieta di poter adattare ed estendere le metodologie agili su di esso (ricordo @agileiotdotorg ).
Feedback
Il feedback degli studenti è stato inaspettato, devo ammetterlo. Alla fine delle mie semplici slide, che ho cercato di tenere ad un livello alto per non tediare troppo i ragazzi, abbiamo fatto una dimostrazione di un daily meeting, con tanto di finto caffè. Cinque ragazzi in cerchio, con un bicchiere immaginario in mano, che parlano tra loro e che rispondono alle fatidiche tre domande. Hanno parlato del loro progetto in essere ed in base all’ultimo giorno passato in laboratorio.
Da coach ho fatto notare loro i problemi, come ad esempio:
– Grafica implementata durante l’implementazione di un bug (perdita di focus)
– Conoscenza di un solo sviluppatore vs progetto chiaro per tutti
– Problemi di collaborazione mancante (chi fa troppo vs chi non aiuta molto).
Alla fine del meeting fac-simile già si respirava aria di valore aggiunto. La dimostrazione di quanto metodo può essere messo anche nelle piccole cose è stata veramente efficace, anche per gli addetti ai lavori. Sia i docenti che i tecnici di laboratorio, infatti, hanno appoggiato appieno l’idea. La scuola non è così lontana dal mondo del lavoro come sembra. E i ragazzi sono interessati.
Strumenti e soluzioni
Come procederemo ora? Come prima cosa, faremo una giornata all’insegna dell’agile, in particolar modo dell’approfondimento dei termini, che dovranno diventare comuni a tutti. In secondo luogo, inizieremo a popolare il backlog di prodotto e decideremo come disegnare le iterazioni e le cerimonie. Utilizzeremo Visual Studio Online, sfrutteremo DreamSpark, così utile per le scuole, e molto probabilmente, scriveremo addirittura .net!
Cosa consiglierò? Lean? Scrum? DaD? Credo proprio che applicheremo un pattern custom, dedicato a questo strano tipo di iterazione. Infatti, non esiste la giornata di lavoro, e quindi l’iterazione può essere applicata solo alle ore di laboratorio, con l’aggiunta delle ore al di fuori dell’orario scolastico. Sarà veramente stimolante reagire a questa realtà.
Ed ora, si comincia, e vi terrò aggiornati.. Questa è solo l’introduzione.
Stay tuned! 

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