PMI Disciplined Agile: FLEX, Flow for Enterprise Transformation (pt.7)

Siamo giunti all’ultimo appuntamento di questa serie esplorativa di PMI Disciplined Agile, in cui abbiamo visto come il framework creato da Scott Ambler e Mark Lines può supportare pragmaticamente il percorso di Business Agility di una organizzazione.

La strategia del PMI in ambito Agile, oltre a contemplare l’acquisizione di Disciplined Agile, ha anche interessato il framework Flex e il Brightline Transformation Compass. Quest’ultimo va oltre il focus di questa serie, mentre Flex è attualmente in integrazione proprio con Disciplined Agile, per cui è importante capire cosa rappresenta nell’ecosistema DA.

In modo molto sintetico possiamo dire che se i process blade sono le fondamenta “statiche” di riferimento per la trasformazione Agile, Flex è il motore “dinamico” che permette di tracciare un flow, sia evolutivo che operativo, per sviluppare ed ottimizzare il Value Stream.

Abbiamo più volte citato il concetto di Value Stream, senza mai soffermarci su di esso: si tratta dell’insieme delle azioni necessarie per generare valore per il cliente, dalla richiesta iniziale fino alla sua concretizzazione. Il tutto inizia con il concept iniziale, attraversa varie fasi in cui sono coinvolti più team di lavoro (generalmente Agili/Lean) e prosegue fino alla consegna e al supporto finale.

Un Value Stream inizia e termina con un cliente.

da flex value stream

The Value Stream

DA FLEX ha proprio l’obiettivo di ottimizzare questo flusso, indipendentemente dalle dimensioni dell’organizzazione o se ad essere coinvolta è solo una parte di essa. Il framework, originariamente messo in bella copia da Al Shalloway, è sviluppato sulla base dei principi di Flow-ThinkingLean-Thinking, e la Theory of Constraints, trovando la sua essenza in gruppi di pattern che risolvono problemi ricorrenti nei diversi contesti. La filosofia di fondo si lega alle “leggi naturali dello sviluppo di un prodotto” (natural laws of product development), ovvero quegli aspetti capaci di influenzarci indipendentemente dal fatto che ci occupiamo o meno di loro. 

FLEX sviluppa il Value Stream sinergicamente con i process blades di DAD e Disciplined DevOps, in abbinamento ad alcuni di quelli specifici di DAIT e DAE, e si sviluppa come evidenziato dalla figura seguente:

da flex

FLEX

Visibilmente si individuano, quindi, esplicitamente le seguenti aree di impatto:

  • Strategic Planning e Lean Portfolio Management, ovvero l’area strategica in cui vengono convogliati i goal aziendali derivanti il più possibile dai clienti di riferimento. Qui vengono coinvolti i responsabili di alto livello (CxO) che si confrontano per dar vita alle Iniziativeda perseguire a medio/lungo termine, tipicamente quarter.
  • Lean Product Management, l’obiettivo è quello di declinare (decomporre) le Iniziative in una serie di obiettivi da poter rilasciare velocemente in modo incrementale. Vengono coinvolte le prime linee operative (PO, PM, BA, ecc..) al fine di ottenere, primariamente, un insieme di MBI(Minimum Business Increment) ed eventuali MVP(Minimum Viable Product).
  • Development Intake Process, viene individuato e selezionato un processo di gestione dello sviluppo ben definito, in modo che il lavoro si concentri sugli elementi a maggior valore.
  • Planning, Collaboration, and Dependency Management, orientata a definire lo sviluppo a breve termine e il relativo valore puntuale di riferimento, oltre ad individuare esplicitamente le dipendenze che possono metterne a rischio l’obiettivo.
  • Implementation and Integration, le attività sono in carico a team auto-organizzati, che lavorano secondo la cadenza più idonea e integrano costantemente il risultato delle attività.
  • Release and Realization, le attività tipiche di operationmarketingsupportsono essenziali per “trasferire” all’utente la qualità ed il valore di quanto realizzato.
  • Continuous Improvement, centrata sul ciclo PDSA (Plan, Do, Study, Act), spinge al miglioramento continuo basato sulle evidenze.

La parte di Implementation ed Integration può chiaramente scalare ed interessare più team paralleli, dedicati ad iniziative diverse (ma anche alla stessa), creando necessità di allineamento e gestione delle dipendenze.

da flex multiteam

FLEX multi-team

Interessante evidenziare che il flow mette implicitamente in evidenza la necessità di operare in chiave Disciplined DevOps, in modo da favorire una scorrevolezza nell’ultimo miglio una volta completati gli MBI su cui si è ingaggiati.

da flex devops

FLEX e DevOps

FLEX non ha, come tra l’altro l’intero toolkit DA, la pretesa di fornire una soluzione, ma piuttosto suggerisce un modo per esaminare i problemi e supportare la riduzione dei principali fattori di complessità:

  • Carico di lavoro relazionato all’effettiva capacità del team
  • Efficienza dei flussi
  • Batch Size
  • Livello di collaborazione
  • Ruolo del management
  • Gestione della pianificazione 
  • Qualità del prodotto

L’obiettivo è sviluppare la cosiddetta in’“Inherent simplicity”.

In particolare, uno degli elementi introdotti esplicitamente da FLEX è il già citato Minimum Business Increment(MBI), ovvero la quantità minima di valore, funzionale al business, che può essere costruitadistribuita e consumata in un intervallo di tempo ridotto. Lo scopo dell’MBI è quello di focalizzarsi sul valore “asciugato” del rilascio, in modo da poter consegnare prima ed efficientare la relazione con il cliente, raccogliendo feedback su quanto realizzato.

L’MBI si differenzia dall’MVP (Minimum Viable Product) perché quest’ultimo utilizza artefatti quick-and-dirty per validare rapidamente un’ipotesi, e generalmente, non è un prodotto ingegnerizzato, ma più una sorta di beta veloce per capire la direzione da prendere.

 

Concludiamo qui questa serie di articoli dedicati all’introduzione del nuovo ecosistema PMI DA. Restano, chiaramente, molti dettagli non esplorati a cui dedicheremo prossimamente articoli specifici, webinar e pillole di contesto.

Stay tuned J

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